«naître du matériau […] se nourrir des inscriptions, des tracés instinctifs»
(sorgere dal materiale […] nutrirsi delle iscrizioni, delle disposizioni istintive).»

Jean Dubuffet

 

Henry è nato e morto a Chicago, nell’Illinois, dove è vissuto per 81 anni.

Nato il 12 aprile, morto il 13 aprile, quasi una coincidenza, quasi.

La vita di un insolito custode della propria interiorità

La sua è stata la vita di un custode, una vita apparentemente comune, anonima, quasi banale, lavorava come addetto alle pulizie in un ospedale. Casa – lavoro – casa, nell’area di Chicago. Aveva pochi amici, se non nessuno, qualche conoscente, all’oscuro della sua vita interiore del suo piccolo appartamento.

La madre morì quando aveva 4 anni, aveva una sorella ma non la conobbe mai. Suo padre visse con lui fino all’età di 8 anni, poi finì i suoi giorni in un ospizio. Il padre morì dopo solo 5 anni il suo soggiorno, nel 1905, mentre Henry venne rinchiuso in manicomio, da cui fuggì con successo dopo 3 anni.

“Se al tempo avessi saputo la causa per la quale mi mandarono al manicomio dei bambini di certo non avrei mai perdonato quelli della Casa della Misericordia di Nostra Signora e mi sarei vendicato alla prima occasione. Io un bambino ritardato. Io ne sapevo più di chiunque altro in quella baracca.

Henry Darger

 

Nel manicomio Henry venne definito come “infermo mentale”. La prima diagnosi della sua malattia diceva che il cuore di Henry fosse al posto sbagliato, mentre la seconda sosteneva si trattasse di masturbazione. Passò una lunga fase in cui sentiva la necessità di emettere strani rumori, come spesso capita a chi soffre della Sindrome di Tourette. Henry fuggì con successo dopo i successivi 3 anni.

Da allora visse e lavorò a Chicago per 50 anni. Vestiva sempre con gli stessi vestiti, seppur puliti, da completo solitario.

Nel 1930 Darger si trasferì in una camera al secondo piano di un palazzo nella parte nord di Chicago.

In questa casa venne scoperta, quarant’anni dopo, l’opera frutto della vita segreta di Darger.

 

Il ruolo di Nathan e Kiyoko Lerner

Il manoscritto venne ritrovato dopo la sua morte da ultraottantenne dai padroni di casa, Nathan e Kiyoko Lerner. Nulla, nulla di questo si seppe mentre Henry era in vita. Ci sono solo 3 foto che ritraggono in vita Henry. La scoperta fu postuma, alla sua morte: il suo appartamento nebbioso conteneva un manoscritto di oltre 15 mila pagine: The Story of the Vivian Girls, in What is Known as the Realms of the Unreal, of the Glandeco-Angelinnian War Storm, Caused by the Child Slave Rebellion oltre a diverse (centinaia) di illustrazioni di suo pugno a corredo del racconto, reintitolato in tempi successivi come The Realms of Unreal.

Nathan e Kiyoko Lerner scoprirono l’opera di Darger e subito ne capirono il valore. Si presero cura dei beni di Darger, valorizzandone il lavoro e contribuendo a progetti di documentazione come il documentario del 2004 In the Realms of the Unreal.

Darger è diventato famoso soltanto dopo la morte.

Oggi è un grande nome di rilievo della Outsider Art; alcune sue opere sono state vendute all’asta a prezzi elevati alla New York Outsider Art Fair. Nel 2002 l’American Folk Art Museum ha aperto l’Henry Darger Study Center, dopo che la stanza in cui viveva fu smantellata.

In the Realms of the Unreal: il film

Ho visto il documentario al festival della letteratura di Mantova, nella rassegna “pagine nascoste”. Diretto da Jessica Yu, nel 2004.

Dalla scoperta avvenuta nel suo appartamento Darger è considerato uno dei maggiori esempi di Outsider art o Art Brut: “Il concetto è stato inventato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare le produzioni artistiche realizzate da non professionisti o pensionanti dell’ospedale psichiatrico che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali.

The Story of the Vivian Girls: l’opera inquietante

“The Story of the Vivian Girls ipotizza un grande pianeta intorno al quale la Terra orbita come fosse una luna, e dove la popolazione è cristiana, principalmente cattolica: La storia è incentrata sulle avventure delle figlie di Robert Vivian, sette sorelle principesse della nazione cristiana di Abbiennia, che partecipano ad una eroica ribellione contro un regime di sfruttamento schiavistico dei bambini imposto dai “Glandeliniani”. Questi ultimi somigliano a soldati Confederati della Guerra civile americana. I bambini si ribellano con le armi, venendo spesso uccisi in battaglia, torturati dai capi Glandeliniani. Questa mitologia, assai elaborata, include anche una specie chiamata “Blengigomeniani” (o Blengins), esseri alati con corna ricurve che prendono occasionalmente forma umana o semiumana e che sono spesso, ma non sempre, benevoli verso le principesse. L’idea della guerra venne ideata da Darger dalla perdita di un frammento di foto, riportante una bambina di cinque anni, Elsie Paroubek, strangolata nel 1911 il cui caso rimase irrisolto. Il biografo MacGregor avanzò l’ipotesi che Darger avesse potuto essere l’assassino, sebbene non vi siano prove in merito. Secondo la sua autobiografia, Darger credeva che la foto fosse stata rubata durante un furto in casa sua. La foto non fu più trovata. Ne rinvenne una copia in un’emeroteca bibliotecaria, ma non riuscì a ottenere il permesso di fotocopiarla. Come risultato, Elsie Paroubek, rinominata “Anna Aronburg,” divenne un personaggio della storia: in Vivian Girls, l’assassinio della schiava ribelle Anna Aronburg è definito come il più scioccante omicidio infantile mai causato dal governo Glandeliniano ed è causa della guerra. Attraverso le loro sofferenze, le principesse riescono a far trionfare i valori cristiani. Darger scrisse e disegnò due finali alla storia: in uno trionfano le ragazze, nel secondo vengono sconfitte dal regno ateo dei Glandeliniani.”

 

L’arte di Darger

L’arte di Henry Darger attingeva da vecchie riviste e libri, tramite ingrandimenti e collage, che rinveniva nella spazzatura.

I suoi testi fanno dei bambini martiri eroici e santi in linea con la coltre cattolica che impregna le sue frequentazioni statalizzate (dal collegio fino all’ospedale psichiatrico). L’arte di Darger trascende la sessualità dei suoi personaggi, maschili con organi femminili e viceversa. Vittima di abusi da bambino la sua opera nascosta fu una sorta di rivalsa contro la società buonista. Si interessava alla piaga dei bambini abusati complice delle esperienze dell’ospedale cattolico in cui lavorò come custode. Henry ha accumulato oltre cento opere da cui creava dipinti, disegni, ritagli, collage, pagine di libri ingrandite che attaccava su supporto di cartone al muro, successivamente ne furono selezionate oltre ottanta per una collezione museale, composizioni visionarie, brutali.

Dopo un furto scrisse un lavoro di 10 mila pagine, intitolato Crazy House: Further Adventures in Chicago.

E un’autobiografia di oltre 5 mila pagine, rimasta incompleta.

Una mente assetata dalle immagini della sua mente, esteriore e interiore, che attingeva alle sue esperienze, una sorta di monumento autodidatta alla propria memoria emarginata.

Nel 2002 l’American Folk Art Museum ha trasformato in museo il piccolo appartamento al secondo piano di un palazzo nella parte nord di Chicago, lo stesso luogo in cui Darger si trasferì nel 1930 e dove concepì e realizzò il suo Mondo Irreale.

 

Bibliografia

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