Crediamo che i contenuti vadano progettati

Ma si possono progettare davvero i contenuti? Certo, la loro posizione, l’uso delle parole, il tono di voce, la loro collocazione, fanno tutto parte di un organizzazione più grande, la progettazione dei contenuti, dei testi. Chiamalo content design. Chiamalo copywriting. Chiamala creatività. Chiamala sfida ai limiti del linguaggio.

I testi sono veicoli

Si deve tenere conto del contesto in cui si inseriscono, conoscere i canali che li ospitano e sui quali verranno letti, usufruiti, divulgati, per potenziare il loro effetto, per studiare e avere ben presenti le persone che faranno quei percorsi, cosa cercano, cosa desiderano.

In questo modo le parole e il design del contenuto e del contenitore sarà capace di mettere in luce le soluzioni che chi naviga sta cercando. Ciò significa raggiungere un altro traguardo: la massima esperienza d’uso (UX / user experience).

Con un’architettura dei contenuti chiara e strategica (perché pensata e vagliata, a monte) si scrivono testi che rispecchiano obiettivi chiari che rispondono ad altrettanto chiari bisogni.

People first

Mettendo al centro o meno le persone quando si creano contenuti significa determinare un’esperienza piacevole e desiderabile oppure sciatta e trascurabile.

È questo il motivo per cui raccontarsi è così fondamentale per un Brand: attraverso il suo sito web, il suo company profile, il suo flyer, il suo biglietto da visita, un suo pensiero, post, articolo, contenuto social, comunicato.

Per veicolare idee che prendano forma, storie di sensi e intuizioni, che impattano sulla vita delle persone, che ingrandiscano come un torrente in piena la portata narrativa dello stesso Brand, la sua credibilità, perché attraverso i contenuti, dia forza alle promesse che fa ogni giorno.

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