Una delle caratteristiche che distingue i primati, e quindi gli umani, dagli altri animali è il pollice opponibile.

Grazie a questo incredibile upgrade morfologico, siamo in grado di afferrare oggetti oppure scrollare pagine web su dispositivi mobile. Perché una cosa è certa: le persone scrollano, eccome. In questo articolo ti vogliamo raccontare tutto del fenomeno dello scrolling, uno dei momenti chiave dell’evoluzione umana e della user experience.

Gli anni ’90: vietato scrollare.

Partiamo dagli albori. Fino agli anni ’90 scrollare era una sorta di tabù: un articolo del 1997 sosteneva che solo il 10% navigava in lungo e in largo una pagina web, questo perché i siti erano percepiti come una finestra di dialogo con informazioni e richieste di comandi immediatamente visibili.

L’esperienza prolungata nella navigazione web ha portato progressivamente a una grande rivoluzione: gli utenti scrollavano per usufruire di contenuti più lunghi. Lo scroll, insomma, è diventato un’abitudine, una pratica preferita alla separazione manichea del contenuto in diverse pagine o sezioni.

Le cose cambiano. E scrollano!

Un piccolo (ma enorme) segnale che le cose stavano cambiando l’ha dato Apple nel 2011 con l’eliminazione della barra di scorrimento, quasi a sancire lo scrolling come gesto familiare e automatico, quindi senza alcuna necessità di una controparte visiva. Con la diffusione sempre più capillare dello scrolling, sono naturalmente mutati il comportamento e l’approccio degli utenti ai siti, e quindi, l’architettura dei siti stessi e la gerarchia dei contenuti.

Above e below: lo scrolling sottosopra.

Nuova discriminante e moderna colonna d’Ercole, l’above the scroll: ovvero la porzione della pagina web visibile prima dello scrolling. Se fino a dieci anni l’imperativo categorico era inserire tutte le informazioni e i contenuti importanti nella parte iniziale di un sito, cercando di sfruttare al meglio quest’area (da qui l’uso massiccio e abusato dello strumento slider), ora la parte visibile ha sempre più il ruolo di gran cerimoniere che incuriosisce, sprona a proseguire la visita e fa da gancio per i contenuti below the scroll. Insomma, hai presente quando guardi l’episodio pilota di una serie e poi inizi a fare binge watching durante tutto il weekend? Ecco, qualcosa del genere.

Scrolling a regola d’arte

Per essere proprio sicuri che si scrolli un sito, in fase di progettazione è necessario seguire alcuni principi chiave del design, ad esempio dividere il layout in sezioni che facilitino la navigazione e la lettura a colpo d’occhio e rendano l’user experience una piacevolissima passeggiata.
Perché se ci pensi, tra stroll (passeggiare) e scroll c’è solo una lettera di differenza.

Caroselling © 2024